
Creature meravigliose
…Colori, forme, odori, suoni, …come il mondo animale e vegetale comunica e grazie alla sua intelligenza sopravvive, ci meraviglia e ci ispira. Ci immergiamo, grazie
Lungo rotte inesplorate con 6 “strumenti” immancabili.
Vediamoli insieme.
1 – BINOCOLO. Per cominciare occorre munirsi di un binocolo; a differenza che nell’osservazione degli uccelli in cui possono andare bene anche binocoli tradizionali, nel biowatching è importante l’uso di binocoli che permettano la messa a fuoco ravvicinata. Per esempio per osservare farfalle o tritoni occorre porsi non troppo lontano né troppo vicino ai soggetti. Utilizzando i binocoli tradizionali il soggetto risulta fuori dal campo di distanza minima di messa a fuoco e per guardarlo con le lenti occorre addirittura indietreggiare, mentre a occhio nudo lo stesso soggetto risulta troppo lontano. Con i nuovi binocoli a messa a fuoco ravvicinata invece, adatti al biowatching, i soggetti si possono osservare anche a 2-3 metri di distanza.
2 – MANUALI DI OSSERVAZIONE. Sono essenziali per controllare quello che si osserva sul campo. È evidente che quando si passeggia per boschi, campi e paludi è bene non appesantirsi troppo ed è quindi utile utilizzare manualetti leggeri riservando i volumi pesanti e più completi a controlli da effettuare successivamente a casa.
3 – TACCUINO PER GLI APPUNTI. Abituarsi a scrivere le osservazioni effettuate è importante. Serve a ricordare i particolari osservati utili anche ad identificare la specie o a classificare un ambiente. Serve a riflettere, a sviluppare spirito di osservazione e a descrivere meglio ciò che si è visto contribuendo anche alla ricerca scientifica. Ad esempio molte osservazioni effettuate da dilettanti sono state determinanti per scoprire nuove specie in luoghi in cui si pensava non fossero presenti. L’utilizzo di cellulari e tablet permette al giorno d’oggi di prendere appunti informatici scattando foto e riconoscendo le specie, soprattutto piante o farfalle, utilizzando speciali applicazioni come Plantnet o Inaturalist.
4 – MAPPA DELLA ZONA. Quando si visita un nuovo ambiente è bene avere con sè una mappa del territorio circostante.
Sulla mappa si possono controllare i sentieri segnati, si inquadra la zona in un contesto
morfologico più vasto. Le zone visitate vanno per così dire “marcate” sulla carta e successivamente identificate e ricordate come aree già “esplorate”. Esistono oggi anche ottime applicazioni digitali per indicare e segnare i sentieri da scoprire o che si percorrono e vanno ricordati.
5 – GIUSTO VESTIARIO. Non è che siano necessari particolari “travestimenti”, però gli abiti da scegliere per andare in natura devono essere comodi e robusti e preferibilmente di colori non troppo vistosi. Necessari sono invece un paio di scarponcini adatti poi a camminare a lungo senza stancarsi. Nello zaino è bene avere sempre un K- way pronto uso, cibo e acqua.
6 – ESPERTO PER LE PRIME VOLTE. Le prime volte che si esce è importante avere il supporto di qualche esperto che ci indirizzi nel giusto approccio all’osservazione della natura: come impugnare il binocolo o il lentino di ingrandimenti dove guardare per scoprire anfibi e rettili, come riconoscere le tracce dei mammiferi, come consultare manuali e supporti magnetici di comunicazione per identificare fiori e piante, come orientarsi nel mondo sterminato degli insetti, ecc. Anche se i consigli dell’esperto sono utili, c’è un solo vero modo per imparare davvero a conoscere la natura: fare esperienza sul campo, uscendo spesso in escursioni naturalistiche per osservare, identificare e divertirsi a contatto con lo sterminato mondo della biodiversità praticando il “biowatching” con cui scoprire le tante forme di vita attorno a noi.
…Colori, forme, odori, suoni, …come il mondo animale e vegetale comunica e grazie alla sua intelligenza sopravvive, ci meraviglia e ci ispira. Ci immergiamo, grazie
La Citizen Science (CS) e’ il coinvolgimento attivo dei cittadini nella raccolta, analisi e interpretazione di dati a fini scientifici. Per sua stessa natura,
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