Il “Gruppo europeo per la Conservazione dei rondoni” di Edward Mayer (mail@londons-swifts.org.uk – oppure – edward.mayer@swift-conservation.org ) ha pubblicato i dati relativi al declino dei rondoni in Gran Bretagna dal 1995 al 2015. Il risultato è che le popolazioni di rondoni in questo periodo sono diminuite in Gran Bretagna del 51% ! In Italia mancano dati analoghi per mancanza di ricerca ma è presumibile che il quadro sia analogo. C’è da dire che mentre nei paesi centro- nord europei fanno le cose bene (purtroppo) anche quando sbagliano per cui hanno chiuso tutte le fessure dei palazzi e adesso cercano di correre ai ripari posizionando nidi artificiali. Viceversa noi in Italia abbiamo ancora tanti centri storici ricchi di cavità e non dovremmo fare gli stessi sbagli. Il declino dei rondoni è documentato in tutta Europa tramite censimenti effettuati in Inghilterra, Germania, Polonia , Repubblica Ceca e Slovacchia. Da noi, purtroppo come si diceva, non vi sono dati certi ma solo le nostre impressioni e osservazioni per il semplice motivo che in Italia non sono state fatte ricerche al riguardo (Italia fanalino di coda con la Grecia in conservazione della natura). Al contrario le ricerche effettuate in Gran Bretagna hanno anche evidenziato che i fori nei muri e sui tetti che permettevano la riproduzione dei rondoni e che prima del 1914 erano presenti sugli edifici in una percentuale del 10%, dopo il 1945 sono crollati alla percentuale del 1,4% e, oggi, pare che siano quasi allo zero% a testimonianza di una furia di riqualificazione e restauro degli edifici che non consente spazio per le altre forme di vita che da sempre hanno convissuto con l’uomo.
La soluzione sta principalmente nella modifica dei regolamenti edilizi. Cioè nel procedere ai restauri dei monumenti occorre che vengano fissate delle ecoregole per non permettere la chiusura delle buche pontaie e l’accesso ai fori della prima fila dei coppi dei tetti.
Natour Biowatching continua a proporre alle Amministrazione comunali con cui viene a contatto, di adottare modifiche ai regolamenti edilizi che consentano di non chiudere totalmente le buche pontaie ma solo di ridurne. parzialmente l’apertura in modo che il colombo non possa entrarvi ma il rondone si. Analogamente, invece di posizionare aghi sui bordi dei tetti davanti alla prima fila di coppi il bordo stesso del tetto antistante le tegole, dovrebbe essere reso un po’ obliquo in modo da impedire che i piccioni vi si possano posare imbrattando le parti sottostanti senza, con questo accorgimento, che vengano ostruite le entrate nei potenziali fori- siti riproduttivi. Oltre a ciò e ove non vi siano cavità murarie si possono posizionare nidi artificiali per rondoni. Questo o tramite la messa a dimora di cassette-nido esterne, o anche utilizzando “nidi mattone” cioè mattoni da inserire nelle murature e dotati di fori per permettere l’ingresso dei rondoni. Aggiungiamo che i rondoni non sporcano le pareti dei palazzi perché entrano ed escono dal foro- nido a grande velocità e, una volta usciti in volo, emettono gli escrementi lontano dal sito riproduttivo. Inoltre le deiezioni di rondini e rondoni sono innocue in quanto formate dai resti dell’esoscheletro
chitinoso degli insetti predati e sono pertanto costituite da chitina che è assimilabile alla cheratina dei nostri capelli e delle unghie.