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Lungo la battigia di una spiaggia sabbiosa – Osservazioni

Articolo (testi e immagini) a cura diCarlo Mazzera, una delle nostre Guide Biowatching

L’inverno ci appare avaro di “natura”: i colori si smorzano, la vegetazione è ferma, molti animali dormono o se ne sono andati, eppure se si fa attenzione è possibile trovare tanti spunti per osservazioni curiose e sorprendentemente interessanti.

 

Ad esempio passeggiando lungo la battigia di una spiaggia sabbiosa è facile trovare valve di vongole o di telline perforate. Il piccolo foro è molto regolare, queste conchiglie attirano bambini ed adulti, tanto da essere fra i “tesori” più frequentemente raccolti sulle spiagge.

Difficile immaginare l’origine del buchino, se qualcuno non ce lo spiega: è la traccia di un atto di predazione, oltretutto da parte di una apparentemente innocente chiocciola dal delicato colore rosa o a puntini, appartenente alla famiglia delle Naticidae. In italiano sono conosciute con il nome di “Natiche” (forse per la forma tondeggiante e per il colore rosa uniforme di alcune specie…).

 

Natiche” – L’aspetto innocuo maschera un micidiale, vorace predatore, in grado di perforare la conchiglia dei bivalvi (ma anche di altri gasteropodi) e di divorare l’animale ancora vivo. La chiocciola, dopo aver individuato la preda, si posiziona sopra di essa e la blocca sia con il “piede” che con secrezioni chimiche, poi inizia il lungo lavoro di perforazione per mezzo della “radula”, una specie di lingua estroflettibile dotata di numerosi dentini chitinosi affilati. Trovato il punto adatto inizia a raschiare la conchiglia con un movimento rotatorio alternato, tipo trapano. Ogni tanto interrompe il lavoro di erosione meccanica con la radula, sostituendola per alcuni minuti con la “ghiandola perforatrice”, che secerne una sostanza acida in grado di sciogliere il carbonato di calcio della valva. Alternando il lavoro di erosione meccanica della radula con quello di corrosione chimica della ghiandola perforatrice, in parecchie ore di lavoro la Natica riesce ad ottenere il piccolo foro regolare che resterà poi a testimonianza della predazione; provvede poi ad infilare la proboscide boccale all’interno della preda ed a mangiarla.

 

Da notare che nella maggioranza dei casi troviamo il foro vicino all’umbone della valva, cioè in corrispondenza della porzione più vecchia, dove sono alloggiate le parti più abbondanti e gustose dell’animale. Nei mari italiani troviamo una decina di generi di Natiche, con una quarantina di specie. Fra le più comuni abbiamo Naticarius hebraeus, N. stercusmuscarum, Neverita josephinia. Prede preferite sono specie appartenenti ai generi Donax e Tellina, ma non disdegna altri bivalvi, ad esempio dei generi Spisula e Glycymeris, e della famiglia Cardiidae.

Dettagli delle immagini

1 – Fori su diverse conchiglie di bivalvi dovuti alla predazione da parte di Naticidae.

 

2 – Guscio (termine più corretto “conchiglia”) di Neverita josephinia, una delle specie di “Natiche” rosa presenti nei nostri mari (vista dal lato dell’apice).

 

3 – Ancora la conchiglia di Neverita josephinia, (vista dal lato dell’ombelico).

 

4 – Particolari dei fori perforati dalle “Natiche”. Si può intuire il lungo lavoro di erosione meccanica (per mezzo della radula) e di corrosione chimica (mediante le secrezioni della ghiandola perforatrice).

 

5 – Ancora particolari dei fori perforati dalle “Natiche”. Tutte le valve fotografate, insieme alla conchiglia di Neverita josephinia, sono state raccolte lungo le spiagge di Margherita di Savoia, di Siponto e del litorale a sud di Termoli. 

 

6 –  Altri “tesori” della battigia: Balani attaccati ad una Cozza. Ritrovamenti molto comuni, ma bellissimi visti da vicino. I Balani, conosciuti anche come “Denti di cane”, pur non essendo parassiti, causano ugualmente danni perché incrostano substrati sommersi o semisommersi, come scogli, carene di imbarcazioni, boe, ed anche ad altri animali come appunto le Cozze o purtroppo le Tartarughe marine e le Balene. Curiosamente sono Crostacei, quindi più vicini a Gamberi e Granchi che ad esempio alle Patelle (Molluschi) a cui un po’ assomigliano e con cui condividono habitat e comportamento “incrostante”.

 

7 – Altri “tesori” della battigia: dermoscheletro di Schizaster canaliferus (lato dorsale). Lo scheletro, leggerissimo, è molto fragile: questa volta ho avuto la fortuna di trovarlo integro. Gli Schizaster sono un genere della famiglia Schizasteridae, che fa parte della classe Echinoidea: sono quindi parenti dei comuni Ricci di mare, nell’immenso phylum degli Echinodermi.

 

8 – Ancora lo scheletro di Schizaster canaliferus (lato ventrale). Questa specie vive su fondali melmosi, da 10 – 30 m fino a 100 m di profondità. Il disegno che possiamo osservare su questi scheletri, come su quelli dei Ricci, è affascinante.

 

9 – Particolare del disegno ventrale sullo scheletro di S. canaliferus. Scheletri di questi taxa, nonostante la loro fragilità, si rinvengono con una certa frequenza fossilizzati nelle rocce sedimentarie. Alcuni anni fa una piena ha portato alla luce numerose stelle marine nel greto del torrente Taro. Scheletri proprio di S. canaliferus sono stati rinvenuti negli strati fossiliferi dei torrenti Stirone, Arda ed Enza (tra le province di Piacenza, Parma e Reggio Emilia), risalenti al Pleistocene (piani Calabriano e Gelasiano).

 

10 –  Come confronto: lo scheletro fossile di un altro Riccio di mare (classe Echinoidea), fotografato qualche anno fa nel “Deserto Bianco” egiziano, tra le oasi di Bahariya e di Farafra. Il disegno ha una simmetria raggiata più uniforme, comunque tassonomicamente sembra abbastanza vicino al nostro S. canaliferus (genere Spatangus?).

 

11 – Neverita josephinia – Immagine dal manuale “Conchiglie del Mediterraneo” di M. Doneddu e E. Trainito.

 

12 – Naticarius haebraeus – Immagine dal manuale “Conchiglie del Mediterraneo” di M. Doneddu e E. Trainito.

 

13 – Naticarius stercusmuscarum – Immagine dal manuale “Conchiglie del Mediterraneo” di M. Doneddu e E. Trainito.



Classificazione di Schizaster canaliferus:

Classe Echinoidea
Sottoclasse Euechinoidea
Infraclasse Irregularia
Ordine Spatangoida
Familia Schizasteridae
Genere Schizaster
Specie S. canaliferus

Classificazione delle Naticidae:

Classe Gastropoda
Ordine Littorinimorpha
Superfamilia Naticoidea
Familia Naticidae

 

*Nota: la classificazione dei Gasteropodi ha subito negli anni notevoli modificazioni ed è tuttora in discussione tra diverse scuole.

 

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