Dettagli delle immagini
1 – Fori su diverse conchiglie di bivalvi dovuti alla predazione da parte di Naticidae.
2 – Guscio (termine più corretto “conchiglia”) di Neverita josephinia, una delle specie di “Natiche” rosa presenti nei nostri mari (vista dal lato dell’apice).
3 – Ancora la conchiglia di Neverita josephinia, (vista dal lato dell’ombelico).
4 – Particolari dei fori perforati dalle “Natiche”. Si può intuire il lungo lavoro di erosione meccanica (per mezzo della radula) e di corrosione chimica (mediante le secrezioni della ghiandola perforatrice).
5 – Ancora particolari dei fori perforati dalle “Natiche”. Tutte le valve fotografate, insieme alla conchiglia di Neverita josephinia, sono state raccolte lungo le spiagge di Margherita di Savoia, di Siponto e del litorale a sud di Termoli.
6 – Altri “tesori” della battigia: Balani attaccati ad una Cozza. Ritrovamenti molto comuni, ma bellissimi visti da vicino. I Balani, conosciuti anche come “Denti di cane”, pur non essendo parassiti, causano ugualmente danni perché incrostano substrati sommersi o semisommersi, come scogli, carene di imbarcazioni, boe, ed anche ad altri animali come appunto le Cozze o purtroppo le Tartarughe marine e le Balene. Curiosamente sono Crostacei, quindi più vicini a Gamberi e Granchi che ad esempio alle Patelle (Molluschi) a cui un po’ assomigliano e con cui condividono habitat e comportamento “incrostante”.
7 – Altri “tesori” della battigia: dermoscheletro di Schizaster canaliferus (lato dorsale). Lo scheletro, leggerissimo, è molto fragile: questa volta ho avuto la fortuna di trovarlo integro. Gli Schizaster sono un genere della famiglia Schizasteridae, che fa parte della classe Echinoidea: sono quindi parenti dei comuni Ricci di mare, nell’immenso phylum degli Echinodermi.
8 – Ancora lo scheletro di Schizaster canaliferus (lato ventrale). Questa specie vive su fondali melmosi, da 10 – 30 m fino a 100 m di profondità. Il disegno che possiamo osservare su questi scheletri, come su quelli dei Ricci, è affascinante.
9 – Particolare del disegno ventrale sullo scheletro di S. canaliferus. Scheletri di questi taxa, nonostante la loro fragilità, si rinvengono con una certa frequenza fossilizzati nelle rocce sedimentarie. Alcuni anni fa una piena ha portato alla luce numerose stelle marine nel greto del torrente Taro. Scheletri proprio di S. canaliferus sono stati rinvenuti negli strati fossiliferi dei torrenti Stirone, Arda ed Enza (tra le province di Piacenza, Parma e Reggio Emilia), risalenti al Pleistocene (piani Calabriano e Gelasiano).
10 – Come confronto: lo scheletro fossile di un altro Riccio di mare (classe Echinoidea), fotografato qualche anno fa nel “Deserto Bianco” egiziano, tra le oasi di Bahariya e di Farafra. Il disegno ha una simmetria raggiata più uniforme, comunque tassonomicamente sembra abbastanza vicino al nostro S. canaliferus (genere Spatangus?).
11 – Neverita josephinia – Immagine dal manuale “Conchiglie del Mediterraneo” di M. Doneddu e E. Trainito.
12 – Naticarius haebraeus – Immagine dal manuale “Conchiglie del Mediterraneo” di M. Doneddu e E. Trainito.
13 – Naticarius stercusmuscarum – Immagine dal manuale “Conchiglie del Mediterraneo” di M. Doneddu e E. Trainito.
Classificazione di Schizaster canaliferus:
Classe Echinoidea
Sottoclasse Euechinoidea
Infraclasse Irregularia
Ordine Spatangoida
Familia Schizasteridae
Genere Schizaster
Specie S. canaliferus
Classificazione delle Naticidae:
Classe Gastropoda
Ordine Littorinimorpha
Superfamilia Naticoidea
Familia Naticidae
*Nota: la classificazione dei Gasteropodi ha subito negli anni notevoli modificazioni ed è tuttora in discussione tra diverse scuole.