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L’agricoltura sostenibile è possibile

Articolo di Francesco Mezzatesta
Pubblicato su Oasis, Rivista di Cultura Ambientale [  https://www.facebook.com/OasisRivista ] – Settembre 2022
Lo spazio giornalistico di Oasis in questo numero è dedicato ad approfondire su battaglie importanti per la salvaguardia territoriale e della biodiversità. Francesco Mezzatesta evidenzia non solo i valori ambientalistici da difendere ma anche valorizza chi, in prima persona, è impegnato a sostenerli.

Un esempio: FRANCO FERRONI.

Ci sono persone che dedicano la loro vita e il lavoro di tutti i giorni alla tutela della biodiversità.

Una di queste figure ambientalista e naturalista a tutto tondo è  Franco Ferroni.

Laureato in Scienze Naturali, presso l’Università degli Studi di Camerino, avendo come docenti personaggi storici della conservazione della Natura in Italia ha speso gran parte della propria vita a difendere la biodiversità ha sempre lavorato  con straordinario impegno di autentico naturalista nel Wwf la storica associazione fondata in Italia da Fulco Pratesi al cui stile protezionistico Ferroni decisamente appartiene. Ha iniziato a lavorare come professionista nel Wwf Italia nel 1990, organizzando la Conferenza internazionale “Parchi 1980 – 1990: la sfida del 10% a metà del cammino”. Con straordinario impegno ha poi continuato a lavorare per l’approvazione e la difesa della Legge quadro 394/91 e per una gestione efficace delle aree naturali protette. Dal 2012 ha ricoperto il ruolo di responsabile policy biodiversità, aree protette ed agricoltura del Wwf e dal 2014 è Responsabile Agricoltura e Specialista Senior Area Biodiversità. Oggi è anche coordinatore della Coalizione Cambiamo Agricoltura che si batte per una radicale riforma della politica agricola comune dell’Unione Europea (www.cambiamoagricoltura.it).  

 

SORPRESA: LA PRIMA CAUSA DI PERDITA DI BIODIVERSITA’ E’ L’AGRICOLTURA!

Per molti è una sorpresa sapere che a livello europeo e nazionale la principale responsabilità per la perdita di biodiversità ricade su un importante settore economico: l’agricoltura!. L’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) nel 2021 ha indicato nell’attuale gestione agricola la maggiore minaccia per l’ambiente naturale italiano. Si pensi che l’agricoltura italiana contribuisce a immettere in atmosfera  il 7% di gas dannosi per il clima ed è strettamente dipendente dall’uso di prodotti chimici come pesticidi e fertilizzanti di sintesi.

Anche se nei secoli l’agricoltura è sempre stata fonte di cibo, prodotti essenziali, fibre e altre materie prime oggi l’agricoltura è stata chiaramente indicata in un lavoro dell’ISPRA come prima causa di perdita di biodiversità. 

Franco Ferroni portavoce di una alleanza trasversale di associazioni ambientaliste,  consumatori e agricoltori biologici è chiaro in proposito:” La maggior parte dei mercati non riconosce il valore dei servizi ecosistemici  e non paga abbastanza le produzioni sostenibili per garantire un reddito adeguato agli agricoltori”. E precisa Ferroni:” si potrà parlare realmente di agricoltura sostenibile solo quando saranno soddisfatti tre obiettivi principali:

  • Ridare spazio alla natura nelle aziende agricole. E’ fondamentale assicurare all’interno delle aziende agricole una superficie minima per il mantenimento delle infrastrutture verdi (siepi, alberate, alberi secolari isolati o inseriti in piccoli boschi, stagni e piccole zone umide, fasce inerbite, prati stabili, ecc.) che sostengono la biodiversità degli agroecosistemi. Obiettivo minimo dovrebbe essere la presenza di almeno il 10% della Superficie Agricola Totale (SAT) dedicata a questi spazi naturali, come indicato nella Strategia UE Biodiversità 2030.
  • Ridurre la dipendenza dalla chimica di sintesi. Sono necessarie politiche che promuovano modelli di produzione che richiedono un minore imput di sostanze chimiche di sintesi, in particolare pesticidi, attraverso la diffusione di pratiche agricole che non richiedono l’uso di prodotti chimici di sintesi e rafforzano la difesa naturale degli agroecosistemi. L’agricoltura biologica e biodinamica rappresentano oggi i modelli di agroecologia più avanzati che vanno promossi con maggiore determinazione. Un obiettivo realistico sarebbe raggiungere il 40% della SAU (Superficie Agricola Utilizzata) a livello nazionale certificata in agricoltura biologica entro il 2030, di cui il 100% della SAU in biologico all’interno della rete Natura 2000. Il Piano Strategico Nazionale della PAC post 2022, presentato dal MIPAAF alla Commissione Europea il 31 dicembre 2021, fissa l’obiettivo del 25% della SAU in biologico entro il 2027, anticipando l’obiettivo del 25% della SAU in Europa entro il 2030 indicato nelle due Strategie UE “Farm to Fork” (“dal campo alla forchetta”) e “Biodiversità 2030”.
  • Restaurare e mantenere in equilibrio i cicli fondamentali di azoto, fosforo, carbonio e acqua. Sono questi i cicli biogeochimici della biosfera da cui dipendono le produzioni agricole e che la stessa agricoltura ha profondamente e pericolosamente alterato, ben oltre i limiti della resilienza della biosfera. E’ necessario correre ai ripari attraverso la promozione di buone pratiche agricole in grado di riportare in equilibrio questi cicli bio-geo-chimici, riducendo l’uso della fertilizzazione minerale e chimica, favorendo il ripristino e mantenimento della sostanza organica e della biodiversità nei suoli, con pratiche virtuose come ad esempio le rotazioni delle colture. 

 

Il Green Deal promosso dall’attuale Commissione Europea cerca di rispondere a queste sfide ambientali globali attraverso varie Strategie tematiche, dalla Strategia “Farm to Fork” alla Strategia Biodiversità 2030 presentate congiuntamente dalla Commissione Europea il 20 maggio 2020, fino alla più recente Strategia per il suolo. Queste Strategie indicano alcuni obiettivi ambiziosi da raggiungere entro il 2030:

  • ridurre del 50% l’uso dei pesticidi chimici;
  • ridurre del 20% l’uso dei fertilizzanti chimici;
  • ridurre del 50% l’uso di antibiotici /antimicotici per gli animali da allevamento e per l’acquacoltura;
  • aumentare al 25% la superficie agricola destinata all’agricoltura biologica 
  • la Strategia “Biodiversità 2030” indica poi l’obiettivo di destinare almeno il 10% delle aree agricole alla conservazione della natura. 

Queste importantissime indicazioni strategiche,” sostiene Ferroni, ”per essere vincolanti devono essere tradotte in leggi europee e nazionali e c’è la speranza che passi la normativa europea di “Restauro della natura” per la quale regolamenti e direttive dovranno avere valore di legge per gli Stati membri dell’Unione. E poi”, continua il naturalista,” i sussidi all’agricoltura restano legati alla proprietà dei terreni favorendo quindi le grandi proprietà. C’è purtroppo un uso distorto dei finanziamenti pubblici europei. La Ue prevede di destinare in Italia con la PAC ben 52 miliardi di euro in 7 anni ma troppo spesso vengono sostenute le grandi imprese e non i piccoli agricoltori. Cioè viene   premiata l’agricoltura non sostenibile e non le pratiche agricole alternative basate sull’agroecologia.”

 

Dopo l’approvazione nel 2021 della riforma della Politica Agricola Comune (PAC), la più importante politica europea a sostegno dell’agricoltura, l’Italia deve predisporre entro il mese di luglio il suo Piano Strategico Nazionale (PSN) per la PAC post 2022. Una prima bozza del PSN è stato presentato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) il 31 dicembre 2021 e all’inizio del mese di aprile scorso la Commissione UE ha risposto con un documento di 40 pagine con molte osservazioni critiche. Infatti il nuovo regolamento della Pac prevedeva di coinvolgere nella redazione del Piano Strategico Nazionale le Autorità ambientali nazionali, come il Ministero della Transizione Ecologica e l’Ispra, che sono state invece solo consultate come portatori d’interesse alla pari delle Associazioni agricole e ambientaliste. 

Per 16 Associazioni della Coalizione Cambiamo Agricoltura (vedi box), i contenuti delle osservazioni della Commissione UE indicano la necessità di una modifica sostanziale della proposta del Piano Strategico Nazionale della PAC e non solo risposte formali per giustificare un Piano ritenuto insufficiente e inadeguato per una vera transizione ecologica della nostra Agricoltura. 

Associazioni e gruppi sostengono che il modello attuale di agricoltura deve essere cambiato e reso più sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale promuovendo una nuova agricoltura basata sui principi dell’agroecologia e incentivando il modello di lavoro sostenibile delle piccole aziende agricole.

 

LA COALIZIONE “CAMBIAMO AGRICOLTURA” 

“Cambiamo Agricoltura” è una coalizione nata nel 2017 per chiedere una riforma della Politica Agricola Comune (PAC) che tuteli tutti gli agricoltori, i cittadini e l’ambiente. 

La Coalizione è sostenuta da oltre 90 Associazioni e comitati della società civile è coordinata da un gruppo di lavoro che comprende le maggiori associazioni italiane del mondo ambientalista, dei consumatori e del biologico che aderiscono o sono parte anche di organizzazioni europee impegnate per la transizione ecologica dell’agricoltura : Associazione Consumatori ACU, , AIDA, AIAB, AIAPP, Associazione Italiana Biodinamica, CIWF Italia Onlus, FederBio, ISDE Medici per l’Ambiente, Legambiente, Lipu, Pro Natura, Rete Semi Rurali, Slow Food Italia e WWF Italia. E’ inoltre supportata dal prezioso contributo di Fondazione Cariplo. 

Negli ultimi 6 anni la Coalizione Cambiamo Agricoltura ha animato il dibattito sulla riforma della PAC e sulle Srategie UE “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030” attraverso convegni in presenza, webinar, redazione di documenti tecnici e campagne di comunicazione.  

LA COALIZIONE CAMBIAMO AGRICOLTURA INSISTE NEL CHIEDERE UNA VERA RIFORMA DELLA PAC CHE TUTELI AMBIENTE E SALUTE UMANA.

L’italia è il primo Paese in Europa per numero di aziende agricole impegnate nel biologico con 15,8 di superficie agricola utilizzabile e oltre 80.000 lavoratori coinvolti. L’agricoltura biologica serve sia alla difesa della nostra salute (nutrendosi di cibi biologici è stato dimostrato che le sostanze inquinanti presenti nel nostro organismo  e introdotte nel corpo con lo spargimento di pesticidi e fertilizzanti chimici diminuiscono del 80% o vengono azzerate) sia a limitare la perdita di biodiversità perché adottando metodi di coltivazione ecosostenibili vengono eliminati pesticidi e fertilizzanti chimici, si incrementa la fertilità del suolo e si ricostruiscono elementi essenziali nel paesaggio rurale come siepi, filari, piccoli specchi d’acqua e zone erbose. Fino ad oggi il Parlamento europeo e i Governi nazionali hanno frenato scelte coraggiose a causa del freno tirato dalla politica legata agli interessi dominanti. Sono stati così indeboliti gli obiettivi ambientali della PAC in contrasto con quanto indicato dal Green Deal europeo attraverso le due Strategie “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030”.

Le associazioni e i soggetti riuniti nella Coalizione Cambiamo Agricoltura, nonostante i propri appelli siano stati inascoltati nel recente passato, insisteranno ancora nel chiedere che venga adottata una vera e innovativa riforma della Pac che non può continuare ad essere frenata dalle potenti lobbies agricole nazionali ma deve puntare ad incrementare e sostenere l’agricoltura biologica e i piccoli coltivatori che la praticano.

Per maggiori informazioni, rivedere convegni e webinar online e scaricare i documenti prodotti dalla Coalizione Cambiamo Agricoltura:

Sito web: https://www.cambiamoagricoltura.it/ 

YouTube: https://www.youtube.com/c/cambiamoagricoltura

Facebook: https://www.facebook.com/CambiamoAgricoltura/  

Istagram: https://www.instagram.com/cambiamoagricoltura/

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