Natour-Biowatching

La vera storia dell’Oasi di Torrile

Testo: Francesco Mezzatesta, Dir. Natour Biowatching

L’oasi di Torrile è oggi una magnifica realtà. Un’area dove trovano rifugio decine di specie di uccelli selvatici e dove si può fare birdwatching percorrendo i sentieri attrezzati e puntando il binocolo dai capanni di osservazione.

 

Ma come è nata questa area protetta e chi sono stati gli attori che ne hanno permesso la realizzazione? 

La memoria storica va doverosamente ricordata. 

L’idea di dar vita ad un’oasi naturalistica si deve a un giovane naturalista che da poco aveva cominciato a collaborare con la Lipu: Maurizio Ravasini.

Era il 1977 e l’ornitologo, allora ventiseienne, notò che due coppie di Cavaliere d’Italia stavano tentando di nidificare nelle vasche di lagunaggio dello stabilimento per la lavorazione delle barbabietole Eridania a San Quirico, nei pressi di Torrile.

Questa specie di trampolieri era allora molto rara nel territorio italiano e le coppie individuate erano le uniche nidificanti in provincia di Parma. La consapevolezza che un repentino innalzamento dell’acqua nelle vasche’ o il loro svuotamento, avrebbe prodotto seri problemi alla nidificazione dei Cavalieri spinse Ravasini a sognare la creazione di una nuova zona umida a disposizione dell’avifauna in un pezzo di terra arida contigua all’Eridania.

Da quel momento la possibilità di realizzare un’oasi per gli uccelli divenne un’idea fissa per Maurizio che contattava chiunque potesse dare una mano abbozzando anche il disegno di area protetta con specchi d’acqua e isole artificiali.

Nel sogno di realizzare una riserva naturale a Torrile venivano coinvolti sia dirigenti dell’azienda come Lorenzo Mantero sia chi scrive che allora era Segretario generale dell’associazione. La svolta avvenne quando pensai di chiedere aiuto al dr. Giorgio Orlandini allora direttore dell’Unione parmense degli industriali che sposò la causa con grande generosità. Orlandini non solo condivise l’idea della nascente oasi ma si impegnò personalmente nel sostenere il progetto contattando i dirigenti Eridania a Genova e chiedendo che potessero ricevere una delegazione dell’associazione per illustrare quanto si voleva realizzare.  Orlandini convinse l’Eridania e Maurizio, Franca Zanichelli, Paolo Gelati e il responsabile marketing Luca Colombo tornarono a Parma con il si dell’azienda.

I primi lavori di naturalizzazione furono fatti direttamente da Maurizio e da alcuni suoi amici come Carlo Fietta, Luigi Maini, Paolo Chiari, Dino Ravanetti e saltuariamente dagli altri volontari della locale sezione della Lipu individuando dove scavare, livellare, piantare palizzate e decidere il posizionamento dei capanni di osservazione.

Di fatto partiva il progetto tanto sognato. In un solo anno con il solo lavoro manuale ben 30.000 piante furono messe a dimora da Maurizio e i ragazzi di Parma.

Nel settembre 1986 lo scavo fu finanziato con l’argilla estratta, grazie ad un accordo con una fornace del Gruppo Sereni, che eseguì il rimodellamento della zona umida, estraendo diversi metri cubi di argilla creando isole e batimetrie diversificate.

Nel 1988 l’Oasi di Torrile fu inaugurata alla presenza del Ministro dell’Ambiente Giorgio Ruffolo e nell’occasione furono liberati un airone rosso e una spatola, curati nei centri di recupero dell’Associazione.

L’anno successivo venne allagata un’area di un ettaro, adiacente alla prima vasca. Nel 1991 una nuova concessione da parte di Eridania consentì un ampliamento di 4 ettari dell’Oasi. Nel 1992 la Lipu acquistò un podere di 8 ettari attiguo ai canali Lorno e Galasso e nell’anno successivo un nuovo ampliamento di una decina di ettari diede forma al nucleo dell’Oasi attuale.

Nel 1997 la Provincia di Parma approvò la creazione di un’oasi faunistica di 282 ettari.

Nei primi anni del 2000, grazie ai contributi di fondazioni ed aziende parmensi, l’oasi si è dotata di un grande parcheggio, un centro visite, aule didattiche e una nuova pavimentazione oltre al miglioramento della zona umida.

Viva l’attuale oasi di Torrile ma grazie Maurizio e grazie dr. Giorgio Orlandini!

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